Il 22° Premio Cairo
Il Premio Cairo, giunto alla 22ª edizione, si è confermato nel tempo come la più autorevole e prestigiosa opportunità per i giovani artisti in Italia. Nato nel 2000 dalla volontà del presidente Urbano Cairo di sostenere i giovani artisti italiani e di far conoscere al pubblico nuovi protagonisti, nuove tendenze e nuovi linguaggi presenti nella ricerca d'arte contemporanea, è ormai riconosciuto come un importante trampolino di lancio che offre agli artisti la duplice occasione di consolidarsi nel panorama artistico nazionale ed internazionale e di vivere una grande esperienza. Venti giovani talenti vengono selezionati anno dopo anno dalla redazione di ARTE e sono chiamati a realizzare per l’occasione opere inedite, valutate da una Giuria di altissimo profilo composta da autorevoli direttori di musei, critici e storici dell’arte e da maestri dell’arte contemporanea italiana.
La proclamazione dell'opera vincitrice della 22ª edizione del Premio Cairo si è tenuta il 9 ottobre nella cornice del Museo della Permanente
La giovane artista Giuliana Rosso si aggiudica la 22ª edizione del Premio Cairo con l’opera inedita Stiamo bene negli acquitrini
L’opera vincitrice entra a far parte della Collezione del Premio Cairo e al suo autore viene assegnato un premio di 25mila euro.
L’intero percorso del Premio Cairo 2023, con novità e aggiornamenti fino alla proclamazione dei finalisti e gli highlights della serata inaugurale del 9 ottobre, sono disponibili sulla pagina Instagram dedicata @premiocairo.
Gli artisti selezionati
La giuria
La giuria è presieduta da Emilio Isgrò - Artista. Con lui nel parterre dei giurati: Luca Massimo Barbero, Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia; Mariolina Bassetti, Chairman Christie’s Italia; Ilaria Bonacossa, Direttore del Museo Nazionale
Arte Digitale di Milano; Lorenzo Giusti, Direttore della Gamec, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo;
Gianfranco Maraniello, Direttore dell’Area Musei d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano.
La vincitrice
Giuliana Rosso, nata a Chivasso nel 1992, svolge la propria attività artistica a Torino; la sua particolare poetica la porta ad affrontare con grande sensibilità il tema dell’adolescenza con le sue inquietudini e incertezze, come mostra l’opera realizzata per il Premio Cairo, in cui sono ritratte tre ragazze che si ritrovano in una foresta disfatta, in mezzo a tronchi anneriti o spezzati, come dopo una violenta tempesta. L’opera, realizzata mediante carboncino e gessetti su carta, secondo la motivazione della giuria “rappresenta l’inquietudine e l’indeterminatezza dell’adolescenza in un paesaggio tossico che evoca l’urgenza della questione ambientale e il disagio di una comune solitudine”.
Urbano Cairo, Presidente di Cairo Editore; Giuliana Rosso, artista vincitrice della 22° edizione; Michele Bonuomo, direttore di Arte; Emanuele Fiano, Presidente del Museo della Permanente.
carboncino e gessetti su carta, cm 160x200.
L'opera premiata
Se potessimo guardare dentro quel mistero che è l’adolescenza, solidificarne le inquietudini e le incertezze, ci troveremmo di fronte alle giovani e ibride creature che popolano le opere di Giuliana Rosso (Chivasso, 1992). In linea con la poetica dell’artista, Stiamo bene negli acquitrini, l’opera realizzata per il Premio Cairo, ci mostra tre ragazze che si ritrovano in una foresta disfatta, in mezzo a tronchi anneriti o spezzati, come dopo una violenta tempesta. Le tre figure appaiono vicine e al tempo stesso richiuse in un’intima solitudine, suggellata dai dispositivi che si portano appresso, ossia le cuffie di cristallo e il computer luminoso, che funzionano anche come protesi dei loro corpi. L’anatomia affilata delle protagoniste, così come la predilezione per i gialli e i verdi accesi, richiamano un maestro dell’Espressionismo come Ludwig Kirchner, anche se qui il colore attraversa vite diverse in una sola opera, passando dalle stesure più decise lungo i tronchi fin quasi a svanire tra gli steli d’erba acquitrinosa. Inutile cercare di distinguere nettamente tra figure e sfondo, umano e non umano: come in tutte le opere di Rosso, la linea del disegno è un confine permeabile, la soglia porosa di un continuo scambio tra interno ed esterno, realtà e immaginazione, restituendoci così quell’umana indeterminatezza che emerge vividamente durante l’adolescenza, ma è poi parte di ognuno di noi.
Giulia Oglialoro
La motivazione
L’opera, realizzata mediante carboncino e gessetti su carta, secondo la motivazione della giuria “rappresenta l’inquietudine e l’indeterminatezza dell’adolescenza in un paesaggio tossico che evoca l’urgenza della questione ambientale e il disagio di una comune solitudine”. La giovane artista si aggiudica il premio di 25 mila euro e la sua opera entra a far parte della Collezione Premio Cairo