Giorgio Salvato
22° Premio Cairo
Nato a Vimercate (Monza e Brianza)nel 1984. Vive e lavora a Milano.
L’opera realizzata per il Premio Cairo, intitolata La prima luce dell’universo, contiene due concetti chiave di tutta la poetica di Giorgio Salvato (Vimercate, 1984): da una parte, la consapevolezza che il mondo per come lo conosciamo scaturisce da un fenomeno originario – un’esplosione, direbbero i fisici; dall’altra, la convinzione che la materia di cui esso è costituito si rigenera in ogni istante. «Il nostro rapporto con l’esistenza è strutturalmente definito dall’esigenza di individuare quel punto che si pone all’origine di tutta la realtà. Quel che però l’esperienza ci porta a riconoscere è che in ogni istante la realtà è come sottratta al nulla e riaffermata nel suo esistere ». La scultura, che nel suo aspetto grezzo e incompiuto fa i conti con le asperità della vita, si compone di due corvi in ferro saldato appollaiati su una bombola del gas esplosa. Le loro ali fendono l’aria come lame taglienti e i loro sguardi si incrociano seguendo direzioni opposte, forse alla ricerca famelica di qualcosa. Tra gli artigli di queste creature inquiete, lo squarcio nella materia ferrosa sembra custodire traccia della prima grande ferita dalla quale derivano il tempo e lo spazio. Il vuoto contenuto al suo interno come un buco nell’oscurità ci attrae, spingendoci ad affacciarci su di esso e si fa metafora dell’incapacità umana di possedere la realtà nella sua interezza.
Martina Nardi
ferro saldato e bombola esplosa, cm 110x90x100.