Tomaso De Luca

Verona 1988
Artista

23° Premio Cairo

Nato a Verona nel 1988, ora vive e lavora a Berlino

Il mistero si cela in un baule. È issato su cavalletti leggeri. Potrebbe quasi evocare una scatola di legno, di quelle che servono per lunghi trasporti. Ordinaria e familiare, racchiude una visione misteriosa. È fugace. Si coglie in un riflesso che danza in trasparenza, proprio come un fantasma. Tutto si genera all’interno del baule, dove si trova la miniatura di una stanza.
Quella maquette viene catturata da una telecamera di sorveglianza, di quelle che affollano le nostre città, per finire trasmessa da un banale schermo da ufficio. È un teatro di stanze e di proiezioni ad abitare il baule per giungere a noi.
È questa la chiave per leggere l’installazione di Tomaso De Luca. un complesso sistema che abbraccia scultura e video, un gioco compositivo che ibrida oggetti ma anche spazi dalla natura incerta e indefinibile. Nel baule, infatti, si cela un meccanismo ispirato agli esperimenti di metà Ottocento di Henry Pepper: la sua macchina ottica consentiva di materializzare ologrammi con un trucco teatrale. L’illusione di De Luca in Technology for a Ghost evoca anche un esperimento all’origine della televisione di John Logie Baird. L’invenzione dello scozzese è stato il primo sistema di “broadcasting” live negli anni Venti, preludio ancora meccanico alla trasmissione televisiva in diretta. L’artista innesca così una riflessione sull’immagine. Tra illusione e tecnica, tra magia e sapere scientifico, in questo sistema di scatole cinesi l’immagine si espande come un virus nella società, con il suo collasso spazio-temporale, da una stanza all’altra, da un’epoca all’altra.

Cristiana Campanini

Technology for a Ghost (John Logie Baird studio)

Installazione video e scultorea, legno, cartone, vernice, carta, medium density fibreboard, plexiglas, vetro, gouaches, lampada LED, gesso, telecamera a circuito chiuso, DVR e monitor LCD, cm 180x104x135.