DAVIDE SERPETTI

L’Aquila, 1990
Artista

23° Premio Cairo

La poetica di Davide Serpetti (L’Aquila, 1990) vive del contrasto tra umano e divino, tra ciò che possiamo esperire con i sensi e ciò che invece si anima sotto le spoglie del visibile. Un contrasto che ritroviamo in Synonyms, or a continuous cycle of euphoria and sadness, l’opera realizzata per il premio e concepita dall’artista come un «autoritratto immaginifico» incentrato sul tema della fratellanza gemellare. Su un cielo crepuscolare, cinto da cipressi e pini marittimi, si stagliano due figure androgine: gendarmi di un Medioevo ancora a venire, o forse propaggini di un sogno collettivo si tratta, non a caso, di un’opera in linea con la serie pittorica The Sleepers, inaugurata nel 2019.Se i  volti indefiniti sono ispirati all’Ecce puer di Medardo Rosso, i corpi ieratici rimandano al Guerriero di Capestrano, fascinosa statua funeraria conservata presso il Museo archeologico nazionale d’Abruzzo. Diplomato alla NABA e alla Royal academy of fine arts di Gand, Serpetti arricchisce poi l’opera di molteplici riferimenti, sconfinando tra antichità e iconografia pop – dai cavalieri del film Excalibur di John Boorman fino alle statuette nigeriane dal popolo Yoruba dedi- cate al culto dei gemelli. A suggellare l’ambiguità di Synonyms, una data di nascita è inscritta nel grembo della sola figura di destra: eccoci allora nel “ciclo continuo” cui allude il titolo, in quella cupa e affascinante dimensione – davvero tangibile solo con la pittura – dove vita e morte non sono antagoniste, ma inseparabili gemelle.

Synonyms, or a continuous cycle of euphoria and sadness,

olio, acrilico e spray acrilico su tela, cm 197, 5 x 146, 2024.