Alessandro Gerull
21° Premio Cairo
Nato a Milano nel 1998, ma di origini tedesche, si avvicina alla pittura da autodidatta. Finalista al Premio Arte 2017, realizza numerose mostre personali tra cui Astratti, nel 2020, presso la Fondazione Paolina Brugnatelli di Milano, e, sempre nel 2020, Rondini presso i Frigoriferi Milanesi.
Su un piedistallo che sarebbe degno di una scultura in materiale nobile si erge un agglomerato di oggetti di recupero, tenuti insieme con il poliuretano espanso e argentati con la pittura spray. Con Gate, Alessandro Gerull (Milano, 1998) prosegue la sua ricerca sul rifiuto e sul riciclo, raccogliendo oggetti di uso comune per ricomporli in un corpo complessivo.
«È importante che siano oggetti usati, che abbiano avuto una“vita” prima di essere inseriti nell’opera», spiega Gerull. «Mi piace l’idea di riabilitare lo scarto, di dargli una nuova vita. Il tema ecologista e la necessità del riciclo sono sottintesi evidenti, ma mi interessano anche la forma e la composizione, dare vita a un’estetica a partire dal “brutto”».
La composizione degli oggetti è assieme istintiva e ragionata. Bottigliette di plastica, bombolette spray, joystick, pennarelli, parti di vecchi telefoni cellulari emergono dalla scultura e si lasciano riconoscere, ma quel che conta è la resa complessiva, come un organismo con una forma propria. L’utilizzo della bomboletta spray richiama gli esordi del’artista nell’ambito della Street art, ma evidenzia soprattutto la natura artificiale e “industriale” degli oggetti da lui utilizzati (in altre opere recenti, anziché colorati dall’artista, gli oggetti vengono fatti cromare da un carrozziere).
«La lucidità della superficie rende l’opera specchiante: chi la osserva può così essere coinvolto nella scultura, che in fondo evoca una soglia, e sentirsi parte del problema, ovvero la questione ecologica».
Stefano Castelli
poliuretano espanso, vernice spray e oggetti di recupero, cm 175x80x36.