Fabrizio Cotognini
matite, inchiostro, biacca, mylar e oro 24k, su incisioni originali del XVIII secolo, cm 70x100x12 ciascuna, e libro d'artista, cm 25x190.
L’opera vincitrice, Aurora, è stata premiata con la seguente motivazione:
“Per la capacità di armonizzare in chiave contemporanea storia dell'arte e cultura popolare attraverso il filtro dell'alchimia, della letteratura, della pittura colta e, non ultimo, della bellezza”.
Fabrizio Cotognini nato nel 1983 a Macerata. Vive e lavora a Civitanova Marche (MC).
Tra le mostre si segnalano:
2018 Evidence, a new state of art, National gallery, Tbilisi (Georgia).
2017 Disio. Nostalgia del futuro, Istituto Italiano di Cultura, Caracas (Venezuela).
Partendo da antiche incisioni originali, tratte da opere celebri di grandi maestri come Guercino e Guido Reni, Fabrizio Cotognini elabora nuove icone ispirandosi alla letteratura e all'alchimia. In Aurora, l'artista interviene infatti sulle antiche stampe tratte dagli affreschi dell'allegoria dell'Aurora, dipinti entrambi a Roma, da Guercino, nella Villa Ludovisi, e da Reni, nel Casino dell'Aurora Pallavicini.
Cotognini usa la matita, l'inchiostro, la biacca e la foglia d'oro per portare alla luce le geometrie nascoste nelle due composizioni, introducendo nel suo lavoro anche parole, disegni e altre immagini, prese dalla cultura popolare. Ne sono un esempio i fiori ricorrenti nelle due incisioni, inseriti a matita anche nel libro d'artista, che costituisce il terzo elemento compositivo dell'opera, che concorrono a formare un cerchio immaginario, rivelando una simbologia sottesa: il ciclo naturale e immutabile del tempo.