Margherita Mezzetti

Siena, 1990
Artista

24° Premio Cairo

Risplende una tensione insolvibile, persino perturbante nelle opere di Margherita Mezzetti (Siena, 1990): i soggetti femminili da lei ritratti hanno occhi gentili da bambola sgranati dal terrore (Dolores II, 2024), volti graziosi cosparsi di lividi o grottescamente deformati dal pianto (A smell of rain and dirt, 2024), corsetti aderenti che ne esaltano le fattezze, ma s’impregnano anche del sangue di ferite nascoste (L’erede, 2025).

Diplomatasi all’Accademia di belle arti di Venezia e ora di stanza a Berlino, Mezzetti genera nello spettatore un consapevole disorientamento, svelando mondi fantastici popolati da bambine e adolescenti iper-sessualizzate, come se saturasse forme e figure dell’immaginario collettivo per mostrarne le violenze, le storture e le prevaricazioni. Tra reminiscenze di Lewis Carrol e rintocchi gotici, l’arte di Mezzetti è un attento studio sulla figurazione, ma anche un giocoso atto di riappropriazione del corpo e della soggettività.

Giulia Oglialoro