Jack Lumer
24° Premio Cairo
Nonostante la varietà di tecniche, le opere di Jack Lumer (Milano, 1998) sono tutte accomunate da un’elegante coerenza, che con pochi tocchi minimali riesce a condensare spiritualità, memoria, tradizione ebraica e frammenti di storia famigliare. Laureato in Fine arts alla University of London e successivamente alla Naba, crea immagini che sembrano lottare contro un lento processo di erosione e oblio, come in Weight of a soul (2023) o nel progetto A good life (2021), dove le fotografie del bisnonno – fuggito in Svizzera per sottrarsi alle persecuzioni razziali – sono riversate su cianotipia, richiamando il blu lasciato dal cianuro sulle pareti delle camere a gas. Infinite light (2024), dedicata ai nonni, sostituisce alla solennità dei memoriali la leggerezza di teli attraversati dalla luce, in un dialogo tra assenza e presenza, tra ciò che si dissolve e ciò che ostinatamente resta.
Giulia Oglialoro