Maddalena Tesser

Vittorio Veneto, TV, 1992
Shortlist

23° Premio Cairo

Si tratta di “ricamare” un pezzo di tela», dice Maddalena Tesser (Vittorio Veneto, Treviso, 1992) a proposito della pittura, che d’altra parte concepisce come pratica più legata al pensiero che al gesto:  un mezzo che trasporta altrove e che ha il potere di custodire qualcosa di magico. Ed è questo, in effetti, ciò che sembra suggerire la figura femminile ritratta nell’opera in concorso, intitolata Il mondo, distesa a occhi chiusi in un placido paesaggio lagunare, sospeso tra realtà e sogno. L’immagine emerge da varie stratificazioni di materiale, distribuito prima a spatola poi a pennello. Questo tipo di lavorazione amplifica l’effetto materico complessivo, rendendo invisibile la trama della tela sottostante e assecondando piuttosto l’illusione di un dipinto murale, cui contribuisce anche il colore, derivato da una miscela di pigmenti con olio di lino e gesso di Bologna. Alla meticolosità del processo tecnico fa da contrappunto la semplificazione formale, con esiti di essenzialità che prendono ispirazione dalla pittura antica così come dal mondo naturale, eliminando ogni elemento decorativo e pretesto di complessità, «perché ciò che non serve», spiega Tesser, «bisogna lasciarlo da parte». L’intento è di ricalibrare la composizione per mezzo di «immagini più pure, in grado di colpire per le emozioni che rilasciano», e di rintracciare, così, il senso dell’essere umano.

«È un lavoro semplice e complesso, nuovo e antico, luminoso e malinconico, e nella sua dualità parla della vita, dell’equilibrio tra il mondo dentro di noi e fuori di noi».

Il mondo

olio su tela, cm 140 x 195, 2024.